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BIOGRAFIA

 
 
 
ARPINO MICHELE 
 
 
Michele Arpino est né à Bari, en Italie, le 6 novembre 1976. Il vit aujourd'hui à Yverdon. Il a déjà édité différents poèmes, nouvelles et dessins dans plusieurs journaux et anthologies. Quelques-unes de ses oeuvres sont exposées dans diverses salles en Italie et sur plusieurs sites Internet de peinture et dessin. 
 
 
Il dit de l'art: "J'ai commencé à faire de l'art quand j'ai compris ne pas pouvoir faire autrement. Et j’ai compris ne pas pouvoir faire autrement quand j'ai commencé à en faire. Tout le reste est superflu".  
 
 
Techniques utilisées: aquarelle, stylo, tipp-ex, neocolor.  
 
 
 
Expos précédentes :  
 
Du septembre au novembre 2002 dans les salles de l’Intemporel Café à Yverdon. 
Du 08 octobre au 14 décembre 2004 dans le Théâtre de l’Echandole à Yverdon. 
Du 11 novembre 2004 au 20 février 2005 dans les bureaux de l’agence immobilière MK Gestion à Yverdon  
 
 
 
 
 
 
"Un bel giorno colsi di soprassalto l'attimo 
Stupefatto lo superai di gran lunga 
(Ma poi per insolita correttezza) 
Decisi di aspettarlo un attimo 
 
Prima di ripartire..."
 
 
 
 
Nato in quel di Bari nel 1976, sotto il segno dello scorpione.  
Scrittore, poeta, fumettista, disegnatore. Pensatore a tempo pieno. Viaggiatore fisico e mentale. Percorre in lungo e in largo l'Italia. Si sofferma per qualche tempo a Bologna. Poi passa tre anni a Treviso. Infine si trasferisce in Svizzera, a Yverdon, tra Ginevra e Losanna, dove abita ancora attualmente. Fa il cameriere, il giardiniere, l'operaio, il magazziniere, il crew, la manodopera per degli scavi archeologici. Continua a viaggiare, questa volta nel resto dell'Europa. Parigi, Amsterdam e Berlino le sue mete preferite. Il suo girovagare lo porta infine negli Stati Uniti. San Francisco, Monterey e Los Angeles. Poi è la volta del Messico, Yucatan e Chapas. Il viaggio è lungo, dura un mese, cambia la sua vita.  
Parla ormai correntemente il francese e si rende pienamente conto di cosa significhi essere un immigrato in una terra straniera. Il paese che lo ospita, patria del cioccolato e delle banche, gli suggerisce l'idea per un nuovo romanzo. Si chiama "Neutro", non a caso, e racconta la genesi e l'evoluzione della propria neutralità rispetto a differenti aspetti della vita. In corso di scrittura, attende di essere portato a termine, prima che il dilagare della suddetta indifferenza investa anche le sue forze creative. 
Nel frattempo, attende un nuovo viaggio. In silenzio, senza far rumore, come le parole definitive che aspettano una fine che prima o poi arriverà...  
 
 
 
PUBBLICAZIONI E PREMI: 
 
(1994-97) Pubblicazione di disegni umoristici nel catalogo del concorso nazionale "SORRIDIAMO CON L'ASINO" di Pavia. Capo della giuria, Ferruccio Alessandri, della redazione di COMIX. 
(1998) Tre poesie pubblicate nell'antologia "NEI LABIRINTI DEL SOGNO" edita dalla casa editrice BESA di Lecce. 
(1998-99) Pubblicazione di poesie in quattro differenti antologie nazionali de "IL CLUB DEGLI AUTORI" edizione Montedit, Melegnano (MI). 
(1999) Pubblicazione di poesie nella rubrica Una foto, un poeta della rivista "IL CLUB DEGLI AUTORI", Melegnano (MI). 
(1999) Vincitore del Premio Nazionale "AKERY" di Acerra (Caserta), nella sezione E. A. Poe, con il racconto inedito Per te. 
(1999) Vincitore del "PREMIO INTERNAZIONALE PER LA PACE" organizzato dal Centro Studi Cultura e Società di Torino, con un disegno a tema. 
(1999) Pubblicazione di poesie nella rivista nazionale "SBEUJ" di Alba (Cuneo), Arvangia Edizioni. 
(1999) Pubblicazione di quattro pagine di poesia nell'antologia nazionale "PAGINE DI POESIA" edita a Roma dalla casa editrice Pagine. 
(2000) Pubblicazione del racconto Quando sono diventato Jake Barnes? nel libro "QUEL LIBRO NEL CAMMINO DELLA MIA VITA (Antologia di testimonianze)" da un'idea e con prefazione di Giuseppe Pontiggia, edito dal Comune di Milano. 
(2001) Pubblicazione del disegno poetico Ciclo nella rivista "MATERIALEIMMATERIALE" allegata alla rivista per scrittori esordienti "INCHIOSTRO", Riccio Edizioni, Verona. 
(2002-2004) Pubblicazione di svariati racconti, poesie e disegni su differenti siti internet. 
(2003) Pubblicazione del racconto inedito "Unhappy girl" nel CD ROM del concorso Parol¬e indetto dalla biblioteca comunale di Empoli. 
(2004) Pubblicazione di alcuni aforismi nell'antologia "L'albero degli aforismi" edita dalla casa editrice Lietocolle. 
(2004) Selezionato con una serie di poesie per la pubblicazione nel CD ROM "La biblioteca dell'inedito" edito dalla casa editrice Il Filo.  
(2004) Esposizione di disegni nella sale del teatro dell'Echandole a Yverdon (Svizzera) dal 08 Ottobre al 14 Dicembre. 
(2004) Esposizione di disegni negli uffici dell'agenzia immobiliare MK a Yverdon (Svizzera) dall'11 Novembre 2004 al 07 Gennaio 2005. 
 
 
 
Intervista raccolta da Mauro Daltin, pubblicata sul sito www.paginazero.info:  
 
Da quanto tempo scrivi? 
 
Ho cominciato a fare arte da quando ho capito di non poterne fare a meno. Ed ho capito di non poterne fare a meno da quando ho cominciato a farla. Tutto il resto é superfluo. 
 
Che genere? Poesia, racconti, romanzi? 
 
Tutto. Non mi sono mai posto limiti. 
 
Ti ricordi il tuo primo racconto? 
 
Si'. Avevo 14 anni. Si trattava di un racconto fantastico, in un'ambientazione desertica, da fine del mondo. Uomini venuti dal futuro, grazie ad una macchina del tempo, cercavano spasmodicamente di uccidere i se stessi del passato (cioè il presente del racconto) per evitarsi il dolore delle proprie morti future. Una sorta di eutanasia atemporale : perfetta sintesi del " prevenire è meglio che curare ". Ho lasciato cadere l'idea dopo circa venti pagine. Avevo l'impressione di stare scrivendo una versione meno avvincente della sceneggiatura di "Terminator".  
 
Hai pubblicato su alcune riviste. Pensi che siano buoni trampolini di lancio per uno scrittore esordiente? 
 
Dipende dalle riviste. Dipende dalle condizioni. Nella maggior parte dei casi si tratta di collaborazioni a titolo gratuito. Trovo avvilente questo concetto, giacchè nasce dal presupposto che uno scrittore debba sentirsi appagato dal solo fatto di essere pubblicato. In realtà, dietro ogni opera scrittorica degna di essere pubblicata, ci sono ore di lavoro, fatica, sudore, svuotamento emozionale : possibile che tutto questo non abbia un prezzo, non meriti un piccolo risarcimento ? E non sto parlando di migliaia di euro. Parlo di una piccola ricompensa, economicamente simbolica, che riconosca e premi l'impegno di uno scrittore, come un qualunque altro lavoratore, come un qualunque altro offerente di un libero mercato. I sogni e la passione restano intatti, questo è chiaro, ma almeno concretamente ci sarebbe qualcosa che dia un senso ai nostri fragili castelli di parole. Una proposta, che è anche uno slogan : " Meno soldi per gli stipendi dei politici e piu' soldi per gli scrittori che pubblicano sulle riviste ". 
 
E i concorsi? 
 
Per i concorsi vale lo stesso discorso. Nella maggior parte dei casi devi pagare solo per partecipare alla selezione: il gioco non vale la candela. Inoltre, troppo spesso, ci sono dei favoritismi patronimici e viene premiata una certa banalità mediocre. Versi come : " L'uccellino cinguetta sull'albero/ Io sono felice come un girasole in un prato " continuano tristemente a vincere su versi meno bucolici, meno melliflui, piu' sperimentali e coraggiosi. La stessa cosa vale per i racconti ed i romanzi. 
 
Oltre a scrivere, sei anche un disegnatore e un fumettista. Si può in qualche modo associare il tuo tipo di scrittura alla creazione di un disegno o fumetto? Quali assonanze trovi tra le due forme espressive? 
 
Ce ne sono tantissime. Tutte queste differenti arti, per quanto mi riguarda, si manifestano attraverso lo stesso impulso, nascono dalla medesima scintilla creativa. Che si tratti di una matita, di un pennarello, del colore o della tastiera di un computer, il principio resta lo stesso. Come diceva Machiavelli: "Il fine giustifica i mezzi". Per me il fine resta invariato ed è imprescindibile: si tratta di fare arte. I mezzi per arrivarci sono infiniti ed in continua evoluzione...  
 
Generi di conforto quando scrivi? 
 
Sigarette, caffè, caramelle alla menta e droghe leggere. 
 
Quattro libri che, se non ti hanno cambiato la vita, ti hanno aperto gli occhi o modificato il modo di pensare... 
 
Fiesta (o il sole sorge ancora) di Hemingway, Il castello di Kafka, Mexico city blues di J. Kerouac e Il pendolo di Foucault di Umberto Eco. 
 
Hai qualcosa in cantiere a cui stai lavorando? Quale sarebbe la casa editrice e la collana più affine per te e per le tue opere? 
 
Si'. C' è un romanzo che ho cominciato a scrivere da qualche mese. Si chiama " Neutro ". E' molto autobiografico. Parla della nascita e dell'evoluzione della mia neutralità rispetto a diversi aspetti della vita. Non è un caso che io abbia cominciato a partorirlo in Svizzera, paese neutro per eccellenza, nel quale mi sono trasferito ormai da piu' di due anni. Ho già scritto quaranta pagine, ma per il momento mi sono fermato, giacchè sono nel pieno della preparazione di due differenti esposizioni di miei disegni che si terranno tra qualche settimana. 
Per quanto riguarda la casa editrice piu' consona alla pubblicazione del mio tipo di letteratura, risponderei pirandellianamente: "Una, nessuna, centomila"...  
 
Che cosa ne pensi dell'editoria a pagamento? 
 
Quando vado a comprare del pane dal panettiere mi sembra giusto pagarlo: è stato impiegato del tempo, della fatica e una serie di materie prime per crearlo. E' una normale legge di mercato, offerta/acquisto. Quando invece presento una mia opera ad una casa editrice e mi si chiede di " pagare " (nonostante tale termine venga spesso rimpiazzato da una serie di ipocriti eufemismi) per pubblicarla, mi sento preso in giro, truffato. E' ingiusto, paradossale, ridicolo. La legge di mercato é sfasata.  
Sono stufo inoltre di sentire le giustificazioni che danno i responsabili di queste case editrici : " investire sugli esordienti è troppo rischioso ", " i mezzi a nostra disposizione sono quelli che sono ", " il mercato dell'editoria è troppo complicato ", " non possiamo competere con le grandi case editrici "…etc…etc…Sono stronzate ! Quando qualcuno decide di fondare una casa editrice, deve avere i mezzi ed il coraggio per portarla avanti, altrimenti è inutile che lo faccia. Non si puo' chiedere ad uno scrittore di partecipare economicamente alla pubblicazione del proprio libro: sarebbe come chiedere al panettiere di pagarci il pane che stiamo acquistando nella sua bottega. Purtroppo è ancora troppo diffusa tra gli addetti al settore, e non solo, l'abitudine a considerare il lavoro intellettuale (cioè quello di un artista) come una "attività minore", un hobby della domenica che non merita di essere trattato come tutti gli altri mestieri. E' veramente degradante tutto cio'.  
Vorrei infine dare un consiglio a tutte queste piccole e medie case editrici (e sono tantissime, lo sappiamo!) che stentano a sopravvivere e a sbarcare in lunario. Piuttosto che continuare a finanziarsi chiedendo smodate somme agli autori, perchè non si mettono tutte assieme, unendo i propri capitali e creando una sorta di cooperativa? Si risolverebbe (spero!) il problema dell'editoria a pagamento. I mezzi economici sarebbero molto piu' elevati e si potrebbe quindi rischiare un po' piu' sugli emergenti, curare meglio la qualità dei libri, essere piu' selettivi e fare molta piu' concorrenza alle grandi case editrici. Ogni singola casa editrice affiliata si occuperebbe di una differente collana, facente parte comunque di un unico marchio editoriale. 
Mi sembra una buona proposta, non credete? Meditate, gente, meditate...  
 
Che idea ti sei fatto della letteratura esordiente in Italia? Ci sono spazi sufficienti? 
 
Nella mia stanza di spazio ce n'é. Questo mi basta…
 
 
 
 
 

(c) michele arpino - Made with the help of Populus.org.
Last modified on 17.05.2006
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